martedì, febbraio 15, 2011

A mente fredda... Milan-Parma

Seedorf e Cassano... Per la serie "a volte ritornano"... Nel giorno in cui a Roma sponda giallorossa si urla alla crisi, mentre l'Inter perde sul campo di una forse rinata Juve (anche se la traversa di Buffon trema ancora adesso), il Milan ritrova la vittoria e lo fa in maniera perentoria contro uno spaesato Parma. A trovare il gol, due calciatori che, quest'anno, non avevano ancora imboccato la via della rete, spesso a causa di prestazioni non particolarmente brillanti, dento e fuori dal campo. Un 4-0 che non lascia diritto di replica, sicuramente ottimo per il morale, specie alla vigilia di una delle partite più importanti di questo mese, la sfida di andata contro il Tottenham in Champions Legue.

Permettetemi una premessa. Venire a San Siro da sest'ultimo in classifica e scendere in campo con atteggiamento spavaldo e con tre punte contro una squadra che fa dello sfruttamento degli spazi la sua arma principale, non è proprio una genialata. Il Parma ha giocato più o meno dieci minuti, equamente divisi fra primo e secondo tempo. In mezzo, tanto, tantissimo Milan. Detto questo, veniamo subito all'argomento clou della partita, la prestazione di Seedorf. Il discorso fatto spesso per Pato, vale anche per lui. Ieri ha giocato bene, anzi benissimo. Corsa, pressing, movimento con e senza palla, addirittura il gol. Poi ti guardi indietro, rivedi le oscene prestazioni offerte nelle gare passate e pensi: "Ma allora sei ancora capace a giocare a pallone". Ed è lì che ti monta la carogna. Perché ha fra le mani un calciatore che è in grado di spostare gli equilibri di una partita, di muovere la palla con intelligenza... C'è da dire una cosa però, e questa segna quasi una condanna... Per fare una prestazione così, Seedorf ha avuto bisogno di un bel po' di tempo lontano dai campi da gioco. E la prestazione, comunque, non è andata più in là dai primi 45'. Segno questo che sei arrivato al capolinea, che il tuo fisico non ti sorregge più, specie a certi ritmi. Seedorf può essere ancora utile, ma, a questo punto, sarebbe il caso di centellinarne i minuti giocati. Allora sì che avremmo un'arma in più e non un cadavere ambulante per il campo.

Di Cassano abbiamo già parlato spesso, oggi possiamo farlo per elogiare le sue doti da finalizzatore. Come Seedorf, anche Fantantonio trova la sua prima rete stagionale. Superato lo stupore per l'assist di Gattuso (e che assist!), rimane un pezzo di bravura e di freddezza sotto porta. Oltre alla rete, due assisti al bacio per la doppietta di Robinho. A proposito di freddezza, quando ho visto la palla arrivare dalle parti del numero 70, ho pensato che, come minimo, l'avrebbe stampata contro il palo. Invece, in entrambe le occasioni, Binho ha saputo trovare il gol, raggiungendo quota nove in campionato. Se pensiamo che, ad agosto, uno dei punti interrogativi più grossi lo avevamo messo proprio sopra di lui, il venitseienne brasiliano sta vivendo una vera e propria stagione del riscatto, giocando al servizio della squadra ed entrando sempre di più nel cuore dei tifosi, simbolo di una classe operaia dai piedi sopraffini. E se qualcuno si lamentava di non vedere un bel gioco, ieri pomeriggio si sarà certo divertito a vedere gli scambi sullo stretto e le verticalizzazioni offerte dai giocatori del Milan. E, alla faccia di chi va in giro a dire che se non segna Ibra non vinciamo, vi faccio un piccolo riassunto: Seedorf, Cassano, Robinho, Robinho...

Ho apprezzato molto il commento offerto dalla coppia Trevisani-Marchegiani su Sky. In particolare, mi è piaciuta molto una frase con al quale hanno sottolineato la forza della difesa rossonera. Diceva più o meno così: "La forza dei centrali del Milan è che se superi Thiago Silva, ti trovi davanti Nesta che ti ferma. Se, viceversa, superi Nesta, trovi Thiago Silva". Senza paura di esagerare, sono convinto che siamo di fronte alla coppia centrale più forte in Europa, se non nel mondo. La capacità di dialogo di questi due giocatorì è a dir poco inceridbile. Sanno sempre dove sono e come si devono muovere, si spostano in simbosi, sempre pronti a sostenersi a vicenda. Questo perché, intelligentemente, Thiago Silva è stato portato a Milano e fatto allenare per sei mesi affianco ad i suoi futuri compagni di squadra. Un atteggiamento societario quasi da cantera spagnola, dove i più giovani vengono fatti allenare con la prima squadra per diventare più forti. In parte, stiamo vedendo questo modus operandi con Merkel e Strasser, ormai inseriti a pieno in prima squadra. Tremo però al pensiero che non abbiamo ancora eredi validi per sostituire Nesta quando verrà il momento. Ma, rispetto ad un anno fa, ho più fiducia nella società e sono sicuro che sapranno fare le giuste scelte.

È stato molto importante vincere ieri. Non tanto per la partita in sé, quanto per il prosieguo della stagione. Comne dicevamo all'inizio, vincere dà sempre morale, soprattutto in vista di appuntamenti importanti. Aver mantenuto un minimo di distacco dalle inseguitrici (strizzando l'occhio al favore fattoci dalla Juve questa sera...) in concomitanza con il ritorno delle competizioni internazionali, potrà forse darci la possibilità di concentrarci su più obbiettivi. In tutto questo, appunto, il leopark del profeta dell'amore sembra aver rallentato la sua folle e vincente corsa. Al secondo confronto con una squadra un po' più quadrata ed ordinata in campo, tutte le magagne dello stile "volemose bene e divetirmose" vengono fuori. Stalvolta il passivo è minore rispetto alla sfida con l'Udinese, ma la sostanza è la medesima. Certo, fosse entrato il tiro di Eto'o, a quest'ora staremmo qui a dire altro, ma vedere l'Inter perdere è come la bella dormita di Iannacci in "Quelli che...": ne basta una e passa tutto...

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